La vulvodinia è un dolore cronico nella zona che circonda la vulva (la parte più esterna dei genitali, dove ha sbocco la vagina), senza nessuna causa apparente.
La sensazione percepita dalla paziente è spesso descritta anche come un forte bruciore, pizzicore e irritazione e il dolore può essere tanto intenso da interferire con la quotidianità, impedendo alla donna di rimanere seduta o di avere rapporti sessuali; i sintomi possono persistere per mesi o addirittura per anni. Spesso anche solo mettersi un paio di mutande con il pizzo può scatenare dolori lancinanti.
La causa della vulvodinia è tuttora sconosciuta, ma tra i fattori che possono favorirne la comparsa ricordiamo:
· aumento della densità delle fibre nervose nel vestibolo vulvare,
· livelli elevati di sostanze pro-infiammatorie nel tessuto vulvare,
· risposta anomala delle cellule vulvari a fattori ambientali,
· alterata espressione dei recettori ormonali nel tessuto vulvare,
· predisposizione genetica (come la suscettibilità alle infiammazioni croniche, suscettibilità al dolore cronico diffuso o l’incapacità di combattere l’infezione vulvovaginale),
· ipersensibilità localizzata e causata da candida o altre infezioni vaginali,
· debolezza o spasmi della muscolatura del pavimento pelvico,
· lesioni o irritazioni ai nervi che circondano la regione vulvare,
· sbalzi ormonali.
Molte donne affette da questa malattia riportano precedenti clinici di vaginiti o candida ricorrente, alcune riportano di aver subito abusi sessuali, ma di fatto la maggior parte non presenta cause specifiche.
La condizione non è sessualmente trasmessa e non è un sintomo di un tumore.